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al testo di Amina Narimi
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accade che suoni lontanissimi rimbalzino davanti, tra le cose, una tempesta eterna dell'anima -una delle meno conosciute- serra di leggende di miraggi, ma
se gratti la terra dell'oasi se raschi la pelle per tenere l’emorragia se appena cuci i lembi coi tendini dei salmi sotto più a fondo le ossa sono ancora viventi le colate di ghiaccio hanno trine negli occhi e boschi di pioppi bianchi tra le gambe azzurre laghetti di balene umidi pascoli tra le mani cespugli spinosi per corona sotto i piedi del mondo nel punto più a sud dell'anima c'è un Luogo senza memoria, una pelle che fa ruotare lo sguardo dai gesti miti, un linguaggio sottile di tenerezza, là dove si conduce il fuoco nella canoa al nuovo capanno, per la festa dei fiori di lana cantando l'amore delle balene, quando il rombo del fiume diventa assordante e le stelle tinte dal nero del Silbaco
le radici nella mente la chioma nel cielo intatto dell'anima
per ritrovare l'Ombra dell'Uirapuru tu puoi sentire avverarsi un desiderio caduto per sopravvivere un sogno?
*"Uirapuru" è il nome sia di un attuale uccello amazzonico che di una creatura mitologica. Si tramanda che poterlo ascoltare porti felicità
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